Il mio Qui e Ora

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Il mio Qui e Ora

Frequentare un corso di yoga può prevedere di imbattersi, almeno una volta, nell’invito da parte dell’insegnante a rimanere concentrati sul “qui e ora”, un’espressione che si riferisce alla capacità di rimanere presenti in ciò che si sta facendo in quel momento e in quel luogo.

All’inizio della mia pratica ho trovato molte difficoltà a capire, prima, e a mettere in pratica, poi, questo concetto perché una mente “ballerina” come la mia non ne voleva sapere di quietarsi e concentrarsi. Trovavo frustrante non riuscire a capire come poter fare esperienza di questo “qui e ora” così spesso citato durante le lezioni a cui prendevo parte.

Oggi se potessi tornare indietro e parlare alla me stessa di alcuni anni fa, le consiglierei di mettere da parte la frustrazione e tutte le domande e non fare niente altro che praticare, poiché ho verificato che col tempo sarà la pratica stessa a “educare” la concentrazione e a portarla lì, a quel momento.

Le indicazioni dell’insegnante spesso incoraggiano a indagare su ciò che accade nel corpo mentre si sta assumendo una posizione e anche solo chiedersi se quello che ci suggerisce l’insegnante corrisponde a ciò che effettivamente stiamo sentendo, già innesca un meccanismo di ascolto. Talvolta ciò accade in maniera inconsapevole, solo dopo la lezione ci rendiamo conto che per un’ora siamo riusciti a non pensare al lavoro, agli impegni e a tutto il resto ma se riusciamo a cogliere questa differenza, allora stiamo già possedendo un po’ del nostro “qui e ora”.

Ho fatto tesoro di questo percorso e oggi cerco di metterlo nella mia pratica e nell’insegnamento, invitando i partecipanti (e me stessa) ad osservare se e cosa percepiscono di diverso nel loro corpo se assumono una posizione piuttosto che un’altra o se eseguono un movimento piuttosto che un altro e sfatando anche la convinzione che non sentire nulla sia sbagliato! Considero il mio tappetino lo spazio nel quale so che mi sentirò presente, a differenza di altri momenti della giornata in cui verrò inevitabilmente trasportata altrove. Ogni lezione è un’occasione per gettare questo “seme” sperando di stimolare gli altri a cogliere la bellezza del momento presente… l’unico che veramente esiste.